L’iniezione intraoculare (intravitreale) di farmaco ANTI-VEGF
La puntura si esegue come qualsiasi iniezione effettuata in altri punti del corpo. In una sottile siringa viene aspirato una piccola quantità di farmaco anti-VEGF(Lucentis Eylea, Macugen).
Alla siringa viene applicato un finissimo ago. La puntura viene eseguita nella sclera (parte bianca dell’occhio), più precisamente a circa 3,5-4 mm di distanza dalla parte colorata dell’occhio (iride). Il farmaco viene così iniettato dentro l’occhio, nel vitreo cioè proprio nella parte centrale del bulbo oculare (da qui la definizione d’iniezione intravitreale). L’iniezione intraoculare di farmaco anti-VEGF viene eseguita in regime ambulatoriale in ambiente sterile, in anestesia topica, è praticamente indolore (il paziente ha la sensazione di un piccolo pizzicotto) ed ha la durata di pochi minuti. A differenza di altre punture deve essere eseguita in ambiente sterile. Per questo motivo si utilizza una sala chirurgica, dove il paziente viene medicato, il viso coperto da un telino, l’occhio sterilizzato ed il medico, con berretto e mascherina, indossa guanti e camice sterile.
IN PREPARAZIONE ALL’INIEZIONE
Tre-quattro giorni prima dell’iniezione occorre iniziare la terapia prescritta dal medico oculista. Prima di uscire di casa per la puntura lavare il viso e le palpebre con sapone; utile è anche munirsi di un paio di occhiali da sole da utilizzare dopo la procedura.
ANESTESIA PER L’INIEZIONE
L’iniezione intraoculare richiede competenza ed esperienza; deve essere sempre eseguita in condizioni di sterilità.
L’intervento dura pochi minuti ed è praticamente indolore. L’anestesia scelta è topica, ossia in gocce instillate nell’occhio pochi minuti prima dell’iniezione. Il paziente non necessita bendaggio per cui può lasciare l’ambulatorio chirurgico con l’occhio protetto solo da un paio di occhiali da sole.
COMPLICANZE
Alcuni possibili inconvenienti o complicanze successivi all’iniezione sono:
• Sensazione di fastidio o dolore più o meno accentuati.
• Innalzamento della pressione intraoculare.
• Infiammazione della parte anteriore o posteriore dell’occhio.
• Arrossamento dell’occhio.
• Ematoma alla congiuntiva.
• Percezione di mosche volanti o di un piccolo disco.
• Sensibilizzazione accresciuta alla luce.
• Emorragie: che generalmente vengono riassorbite spontaneamente senza conseguenze visive; altre volte le emorragie sono più gravi e possono comportare riduzione permanente della vista.
• Distacco di retina, molto raro.
• Infezione: è un rischio estremamente raro ma possibile; nei casi più gravi esse possono condurre anche a gravi ripercussioni sulla vista.
Fra le complicazioni postoperatorie la maggior parte sono controllabili con terapie mediche ed è pertanto di importanza basilare seguire le prescrizioni del chirurgo; altre, seppur molto rare, possono essere permanenti o rendere necessario un successivo intervento (ad es. infezione dell’occhio).
LE PRECAUZIONI
L’occhio dell’iniezione viene raramente bendato; il più delle volte viene protetto con un paio di occhiali da sole che hanno lo scopo di riparare l’occhio dalla luce, dall’aria, dalla polvere e soprattutto da eventuali traumi; gli occhiali da sole non occorre che siano molto scuri. Durante la notte invece l’occhio, per i primi tre giorni, va protetto con una “conchiglia” in plastica che in genere viene fornita alla dimissione; la conchiglia va tenuta in sede con due o tre cerotti; essa serve ad evitare involontari traumi all’occhio ed a proteggere contro strofinamenti, sempre possibili nel sonno.
Nel periodo successivo all’iniezione il paziente deve inoltre usare alcune altre attenzioni:
• Non si deve assolutamente strofinare l’occhio dell’iniezione
• Non si deve inoltre fare sforzi fisici eccessivi (per i primi 2-3 giorni); per esempio non si devono sollevare pesi superiori ai dieci chilogrammi, non prendere in braccio bambini ecc.
L’attività sportiva leggera (corsa, ginnastica, ecc.) può essere ripresa anche dopo 3-4 giorni.
• Nelle prime settimane è preferibile non esporsi a lungo alla luce intensa del sole specialmente in alta montagna o al mare senza un’adeguata protezione con occhiali scuri dotati di filtro contro i raggi ultravioletti; un occhiale da sole di buona marca è sufficiente a tale scopo.
COSA SI PUO’ FARE DOPO L’INIEZIONE
Fin dal giorno dell’iniezione può leggere, scrivere, guardare la televisione ecc..
Già il giorno dopo l’iniezione può lavarsi regolarmente il viso, fare la doccia, la barba, facendo però attenzione a non strofinare l’occhio iniettato ed a non esercitare pressioni; è preferibile se durante la doccia l’occhio dell’iniezione viene tenuto chiuso.
L’asciugacapelli può essere adoperato purché il getto di aria calda non venga diretto verso l’occhio dell’iniezione; le signore possono andare dal parrucchiere già 2-3 giorni dopo l’iniezione.
La barba può essere fatta fin dal giorno seguente all’iniezione.
L’uso del computer, della televisione può iniziare subito dopo l’intervento se il paziente si sente di farlo; la guida 2-3 giorni dopo.
Nei giorni seguenti all’iniezione l’occhio può apparire più o meno “rosso” e moderatamente dolente; ci può essere inoltre una certa sensazione di corpo estraneo ed un certo fastidio alla luce; il giorno dell’iniezione è facile che l’occhio veda un dischetto che si muove o delle mosche volanti; tutti questi sintomi sono normali e non devono preoccupare il paziente.
Ricordare che l’entità di visione recuperabile con l’iniezione dipende molto dalle preesistenti condizioni dell’occhio, in particolare della retina e del nervo ottico.
In caso di dubbi sulle modalità della terapia da seguire o sull’andamento del decorso postoperatorio il paziente deve contattare uno dei componenti dell’èquipe chirurgica.
Per concludere il paziente deve ricordarsi che poi l’occhio va frequentemente controllato dall’oculista; nelle settimane e mesi successivi all’intervento egli deve quindi sottoporsi a periodici controlli (anche perché quasi sempre la cura completa consiste nell’eseguire parecchie iniezioni) che vengono progressivamente diradati; l’insorgenza di problemi è rara e nella gran parte dei casi essi, quando vengono diagnosticati in tempo, possono essere risolti facilmente.
Terapia del foro maculare
Ocriplasmina (JETREA)
Recentemente è stato introdotto un farmaco che può essere utilizzato per la terapia di alcuni piccoli fori maculari, con diametro inferiore ai 400 microns (0,4 mm). Questo farmaco, il Jetrea (Ocriplasmina), può essere iniettato direttamente nell’occhio e porta come effetto delle variazioni indotte nelle strutture interne dell’occhio alla chiusura del foro maculare in circa il 40% dei casi. Risultati decisamente migliori si ottengono per fori maculari di diametro inferiore ai 250 microns.
Terapia della trazione vitreomacualre
Ocriplasmina (JETREA)
L’iniezione di Ocriplasmina (Jetrea) nell’occhio può risolvere la trazione in circa un terzo di questi casi. Ci sono però alcune condizioni cliniche che rendono questa puntura davvero efficace, per questo motivo ogni singolo caso deve essere discusso direttamente con il proprio medico oculista che può indicare una stima del probabile successo dell’iniezione al singolo paziente.