Sindrome occhio secco

Sindrome occhio secco

Nel mondo milioni di persone soffrono di secchezza oculare e questo disturbo che, anche a causa di inquinamento, uso eccessivo di aria condizionata e lenti a contatto, oltre all’aumento vertiginoso di utilizzo di pc, tablet e smartphone, è destinato ad aumentare.

Fastidio e bruciore, arrossamento, fotofobia e sensazione di corpo estraneo nell’occhio sono i principali sintomi della cosiddetta sindrome dell’occhio secco (Dry Eye Syndrome).

In Italia ne soffre il 26% della popolazione, in particolare le donne dopo i 40 anni (il 50%) e quelle in menopausa (il 90%).

Che cosa causa la sindrome dell’occhio secco
La sindrome dell’occhio secco è causata da una produzione lacrimale insufficiente (ipolacrimia) o dalla presenza di lacrime dalla consistenza anomala che evaporano troppo rapidamente (dislacrimia).
Principale responsabile di tale alterazioni (circa l’80% dei casi) è la disfunzione delle ghiandole di Meibomio un’alterazione cioè delle ghiandole deputate alla produzione dello strato lipidico delle lacrime.

Quando queste non funzionano più correttamente, non producono sufficiente componente oleosa nel film lacrimale, e le lacrime evaporano più in fretta. Uno strato lipidico insufficiente o assente, può provocare un’evaporazione lacrimale fino a 16 volte più rapida.

Un occhio non sufficientemente lubrificato va incontro a fastidi di media o grave entità che possono rendere difficoltose le più comuni attività quotidiane come lavorare al computer, leggere lo schermo di uno smartphone, guidare di notte a causa dell’elevata fotosensibilità.

In caso di occhio secco è sconsigliato l’uso delle lenti a contatto, che hanno bisogno di una corretta lacrimazione dell’occhio. Se questa manca, la lente aderisce alla cornea senza la giusta lubrificazione e questo può comportare lesioni e danni gravi alla superficie oculare.
Se invece la lacrimazione è solo scarsa, ma non insufficiente, si possono usare lenti a contatto con l’ausilio di lacrime artificiali, per mantenere la lubrificazione dell’occhio a livelli ottimali. È comunque opportuno sentire prima il parere dello specialista oculista.

 

DISFUNZIONE DELL GHIANDOLE DI MEIBOMIO

I fattori che possono scatenare la disfunzione delle ghiandole di Meibomio e la conseguente ipolacrimia o dislacrimia sono molteplici e di diversa natura:

  • squilibri ormonali (menopausa)
  • presenza di ripetute congiuntiviti allergiche
  • eccessivo utilizzo di cosmetici per gli occhi
  • utilizzo prolungato di lenti a contatto
  • blefariti croniche
  • età (le problematiche insorgono soprattutto dopo i 50 anni)
  • utilizzo prolungato di videoterminali
  • assunzione prolungata di farmaci sistemici (ad esempio gli antistaminici)
  • inquinamento atmosferico

STRATEGIA DI CURA

La prevenzione

Evitare ambienti fumosi o polverosi o con vapori chimici;
Limitare o evitare il trucco alle palpebre;
Utilizzare con cautela le creme cutanee per il viso, evitandone accuratamente il contatto con gli occhi;
In ambienti ventosi o in presenza di sole o luce forte, proteggere gli occhi con adeguati occhiali;
Bere almeno 2 litri di acqua al giorno;
Mantenere un’adeguata umidità negli ambienti dove abitualmente si vive e si lavora;
Ammiccare frequentemente, soprattutto quando si lavora davanti al computer.

Terapia con sostituti lacrimali

Oltre alla prescrizione di gel oftalmici e colliri lubrificanti da instillarsi più volte al giorno per ripristinare stato acquoso del film lacrimale, i trattamenti più comuni per curare la sindrome dell’occhio secco sono volti al ripristino del funzionamento delle ghiandole di Meibomio.
Questi trattamenti, l’applicazione di impacchi caldi sulle palpebre, la pulizia  manuale  delle  ghiandole o il massaggio delle palpebre,  sono però soluzioni temporanee che determinano un sollievo al paziente. Il loro impiego deve  quindi essere costante e permanente.

Trattamento IRPL con Luce Pulsata Intensa Regolata

Una innovazione nel trattamento della sindrome dell’occhio secco è oggi costituita dalla terapia  con  Luce  Pulsata  Intensa  Regolata  (IRPL, Intense Regulated Pulsed Light). Questo trattamento agisce direttamente sulle ghiandole di Meibomio stimolandone il corretto funzionamento e la produzione della componente grassa indispensabile per la preservazione del film lacrimale. Durevole e in molti casi definitivo, il trattamento è rapido, del tutto indolore e privo di controindicazioni. Il trattamento si svolge nell’arco di alcuni secondi con cinque flash per occhio che vengono posizionati nella parte bassa delle palpebre; metteremo il paziente sdraiato, gli verrà disposto un gel sulla parte inferiore che darà senso di freschezza, in modo da poter isolare dal punto di vista termico la parte cutanea, perché questo raggio di luce, innocuo, è però molto potente quindi scalda e il gel freddo servirà ad ammortizzare questo flash . Il flash è della durata di qualche millisecondo, gli occhi saranno chiusi e ci saranno degli occhialini appositi; si tratta di un trattamento che non ha controindicazioni né rischi, dura pochissimi secondi e l’unica accortezza è che non si potrà prendere il sole per almeno 24-36 ore oppure, nel caso di esposizione, sarà necessaria una crema protettiva 50.
Questo è il primo trattamento sarà necessario un trattamento dopo 15 giorni, uno dopo 45 e quello al settantacinquesimo è facoltativo; i trattamenti che daranno un reale beneficio saranno almeno i primi due.

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